Si è scelto di chiamarlo 'Cielo di Akragas' lo studio archeoastronomico dei templi greci di Agrigento svoltosi nel 2015 da un team internazionale di studiosi. Il progetto di ricerca scientifica è stato infatti coordinato dal Prof. Giulio Magli (Politecnico di Milano), dal Dott. Andrea Orlando (Istituto di Archeoastronmia Siciliana) e dal Prof. Robert Hannah (University of Waikato - New Zealand).
Lo studio ha coinvolto 9 templi situati in Valle, ovvero:
1) il tempio di Giove Olimpico - è il più grande tempio dorico del Mediterraneo occidentale. Il tempio rimase però incompiuto e successivamente crollò, forse a causa di un terremoto. È costruito su un enorme basamento (metri 56,30 × 113,45) sormontato da un crepidoma di cinque gradini;
2) tempio dei Dioscuridi - il tempio dorico era esastilo con 13 colonne sui lati lunghi (13,40 × 31 metri); oggi si vede solo un angolo ricostruito. L'attribuzione è completamente sconosciuta;
3) il tempio L - adiacente al tempio dei Dioscuridi, è rimasto incompiuto ma sono ben visibili le fondamenta scavate nella roccia insieme a blocchi nell'angolo nord-est e numerosi rocchi di colonne sparsi nell'area dell'edificio. L'attribuzione è completamente sconosciuta;
4) il tempio della Concordia - è il tempio meglio conservato di Agrigento. Il tempio si erge su un basamento con al suo interno un vespaio che corregge la naturale inclinazione del terreno. È un esastilo con un peristilio di 6 × 13 colonne su uno stilobate di 39,42 × 16,92 metri, a cui si accede da un crepidoma di quattro gradini. Eccezionalmente conservati sono gli architravi con fregio di triglifi e metope, il geison e, sulle facciate, il timpano. Probabilmente quasi contemporaneo al tempio di Giunone, con il quale condivide molte caratteristiche, la sua attribuzione è del tutto sconosciuta;
5) il tempio di Eracle - è probabilmente il più antico dei templi dorici di Akragas, risalente alla fine del VI secolo a.C. Sorge su un possente basamento, presenta un peristilio di 6 × 15 colonne (stilobate di metri 67,04 × 25,28), a cui si accede tramite un crepidoma di tre gradini. L'attribuzione si basa su un brano di Cicerone;
6) il tempio di Esculapio - questo tempio si trova fuori le mura cittadine, a sud del Colle dei Templi, su un substrato di argilla sedimentata. Il tempio dorico ha un portico in antis (con due colonne tra le porte), e misura 21,70 × 10,70 metri. Un santuario ad Esculapio è citato da Polibio che lo pose fuori le mura della città, per cui l'attribuzione sembra certa;
7) il tempio di Vulcano - il tempio è periptero, dorico, esastilo, con 13 colonne sui lati lunghi. Dell'edificio sono conservati pochi resti: due tratti di crepidoma a quattro gradini e due colonne. L'attribuzione è completamente sconosciuta;
8) il tempio di Giunone: questo tempio si trova all'estremità orientale della collina, su un alto basamento. Probabilmente risalente alla metà del V secolo a.C., esso è esastilo con un peristilio di 6 × 13 colonne; lo stilobate misura 38,15 × 16,90 metri, mentre il crepidoma è di quattro gradini. L'attribuzione a Giunone (Hera) è puramente ipotetica;
9) tempio di Demetra e Persefone: l'edificio del tempio fu inglobato nel medioevo nella chiesa normanna di San Biagio. Era un tempio dorico con la cella preceduta da un portico in antis. L'attribuzione si basa sul materiale archeologico.
Almeno altri due templi esistevano ad Akragas, ma non situati nella Valle. Si trovavano sull'Acropoli, che corrisponde oggi al centro storico della città moderna. Uno, il cosiddetto Tempio di Atena, è sepolto e in parte visibile sotto la Chiesa di Santa Maria dei Greci. I resti del secondo si trovano quasi certamente sotto la vicina cattedrale medievale.
BIBLIOGRAFIA
Hannah R., Magli G. e A. Orlando (2017a). New Insights on the Akragas’ Complex of Demeter and Persephone: The Role of the Moon, in ORLANDO A. (ed.), The Light, the Stones and the Sacred, Astrophysics and Space Science Proceedings 48, Springer, pp. 95-106.
Hannah R., Magli G. e A. Orlando (2017b). Astronomy, topography and landscape at Akragas’ Valley of the Temples, in Journal of Cultural Heritage 25, pp. 1-9.
Hannah R., Magli G. e A. Orlando (2016). The role of urban topography in the orientation of Greek temples: the cases of Akragas and Selinunte, in Mediterranean Archaeology and Archaeometry 16 (4), pp. 213-218.