Adagiata sulle propaggini sud-orientali del Monte Catalfano, lungo la fascia costiera immediatamente ad ovest di Palermo, l’antica città di Solunto, con le sue insulae rettangolari definite da un regolare sistema viario, si imposta scenograficamente sui ripidi pendii della collina, protesa sul mare in posizione di rara e suggestiva bellezza. Le testimonianze archeologiche sopravvissute fino ai nostri giorni sono tuttavia relative alla città di età ellenistico-romana, sostituitasi al primo insediamento fenicio, risalente almeno all'VII secolo a.C., solo verso la fine dell'IV secolo a.C., a seguito della vittoria del tiranno siracusano Dionisio sulle città puniche d’occidente.
La città visse certamente fino al III secolo d.C., ma non si conoscono le cause del suo definitivo abbandono. L’urbanistica della città si basa su un impianto regolare di tipo greco, costituito da una trama viaria che si sviluppa ai lati di una larga strada principale lastricata che attraversa l’intero insediamento in senso nord-est/sud-ovest, fino all’agorà e alla zona pubblica. Le strade secondarie, perpendicolari all’asse principale, delimitano isolati rettangolari che si dispongono sui terrazzamenti organizzati per superare i dislivelli naturali.
La parte nord-est dell’agorà è delimitata da una grande cisterna pubblica, di fronte alla quale si trova un complesso termale con pavimenti a mosaico. Dalla piazza si accede direttamente al teatro, che poteva contenere circa 1200 spettatori e il cui edificio scenico era decorato con cariatidi. Alcuni interessanti edifici a carattere sacro lasciano trasparire l’origine fenicio-punica della popolazione.
Di grande interesse è, infine, l’architettura domestica, con case solitamente organizzate su più piani e caratterizzate da ambienti distribuiti attorno a peristili: tra tutte ricordiamo la cosiddetta Casa di Leda (II secolo a.C.-I secolo d.C.) – così denominata dalla raffigurazione di Leda e il cigno su una parete del triclinio – una grande dimora con peristilio a due ordini sovrapposti, con pavimenti in opus signinum e mosaico, tra i quali spicca la rappresentazione di una sfera armillare, e pareti decorate con pitture di I e II Stile. Davanti al peristilio si apre una lunga cisterna ellittica e, a destra e a sinistra di esso, due cubicula mosaicati e affrescati. Alla parte superiore della casa, si accede anche dalla strada secondaria, mentre gli ambienti prospicienti la via principale dovevano essere utilizzati come tabernae.